Il secondo trimestre può essere definito il trimestre della mezza luna che inizia a farsi strada nell’oscurità del cielo, così come nella donna la pancia comincia ad essere visibile a tutti. E’ un periodo più tranquillo del precedente la donna recupera l’appetito, gode di armonia e benessere anche perché i fastidiosi sintomi del primo trimestre scompaiono. A livello inconscio porre in gestazione un figlio significa porre in gestazione la propria rinascita psicologica.
In questo momento delicato il corpo si sta modificando, per creare uno spazio per il bambino che comincia a muoversi, dando testimonianza della sua presenza. Tutto ciò crea il primo legame reale con il figlio, caratterizzato dall’armonia e all’insegna della fusionalità. Le future mamme danno libero sfogo alla loro fantasia immaginando cosa fa e pensa il bambino dentro di loro. Se viene chiesto loro di disegnare il bambino presente nel loro immaginario, lo disegnano insieme a se stesse, si disegnano una dentro l’altro, col cordone ombelicale, segno del legame, bene in evidenza.
La pancia, che inizia a vedersi, non è ancora un ingombro, in più i cambiamenti ormonali donano bellezza ai capelli e alla pelle, che diventano particolarmente luminosi. I cambiamenti, che portano all’emergere di un nuovo schema corporeo e che diventano davvero consistenti nel terzo trimestre, vengano vissuti come positivi, se la donna ha un buon rapporto con il proprio corpo. L’accettazione di questa trasformazione non dipende solo dalla storia personale del soggetto, ma anche dalle influenze ambientali e sociali. Sappiamo, infatti, che l’importanza fondamentale data alla linea, alla forma fisica nell’attuale società spesso fatta risalire a dei modelli irraggiungibili, può non favorire un vissuto sereno delle modificazioni corporee in gravidanza.
Nel secondo trimestre il vissuto emotivo della gestante si modifica profondamente a causa dei movimenti fetali e dell’ecografia morfologica, che rendono reale la presenza del bambino. I movimenti fetali, vengono descritti dalla madre come un tocco lieve, delle bollicine, un ondeggiamento, uno scivolare come un pesciolino nell’acqua, il bussare timido ad una porta e per tutte è la dimostrazione che il bambino c’è, è vivo, dentro di sé, e che sta crescendo.
La futura mamma vive sensazioni d’euforia, di tenerezza e un senso di gratificazione per aver superato il periodo d’ambivalenza senza danneggiare o distruggere il bambino. La donna ora è consapevole che nel conflitto del trimestre precedente sono prevalse le capacità contenitive e materne rispetto al desiderio d’espellere.
In più la donna rimane affascinata e concentrata sui primi movimenti fetali, poiché segnano il fondarsi del primo rapporto e del primo riconoscimento del bambino come altro da sé. Il bambino viene percepito come oggetto altro in quanto la percezione dei suoi movimenti rimanda alla presenza fisica del feto. Hanno, infatti, un’enorme importanza nello strutturarsi della relazione madre-bambino, di un dialogo precoce all’interno della diade e sono, in più, un’occasione di maggiore coinvolgimento del padre all’evento.
Quando la gestante ha problemi nel figurarsi il feto, l’ecografia può permetterle di entrare in contatto con il proprio bambino. Le ecografie amplificano la possibilità di oggettivare la presenza del bambino dentro di sé, rassicurano almeno in parte su angosce di malformazione.
Nasce il “bambino immaginario” cioè relativo ai desideri adulti relativi al figlio che nascerà. Di solito quest’ultimo viene percepito come un bambino perfetto, che soddisfa pienamente la madre, andando a costituire il suo Io ideale. Concorda con queste idee lo stesso Freud per cui la madre attribuisce al figlio qualità tanto perfette da non avere riscontro nella realtà, in quanto questi ha il compito di compensare i genitori di tutte le carenze che hanno subito nel passato.
Dott.ssa Alessandra Santangelo (psicologa e psicoterapeuta)
Bibliografia
Rigetti P.L., Sette L., 2000, Non c’è due senza tre, Boringhieri, Torino.
Vegetti Finzi S., 1990, Il bambino della notte, Arnoldo Mondatori, Milano.
Winnicott D.W., 1990, Dal luogo delle origini, Raffaello Cortina, Milano.
Rigetti P.L., Sette L., 2000, Non c’è due senza tre, Boringhieri, Torino.